MANAGER, MOTIVAZIONE E RESILIENZA
Convivere con l’incerto, questa è la moderna condizione
esistenziale del management, e questa condizione è intrinsecamente generativa
di ansia. Se questa ansia paralizza le persone che sono al timone, l’impresa è perduta.
Solitamente sono motivanti gli ambienti e capi deleganti, gradevoli, orientanti, supportanti, valutanti, sviluppanti. Tutto questo è necessario, ma non sufficiente. E’ talmente potente l’imprevedibilità e l'incertezza del business che l’ansia dell‘ignoto si propaga inevitabilmente lungo il flusso della catena aziendale, penetrando negli uomini, nei processi e nelle strategie.
Da qui l’importanza di una nuova visione manageriale, di qui l’asserzione che nel manager sono più critici certi tratti di personalità, che non l’intelligenza o il cumulo di titoli accademici. Non serve più la motivazione originata da un consolatorio mondo esterno fatto di organizzazioni stabili e regole note, ma quella appassionata dal caos, il disordine, la velocità, il paesaggio cangiante, come una folle corsa in auto.
Motivazione e resilenza allo stress, al lavoro in ambienti
destrutturati e veloci, al cambiamento. Questi tratti si alimentano di una
robusta capacità di self motivation, come a dire che la motivazione si incrementa o decrementa
per effetto di fattori esterni ma affonda le sue radici in caratteristiche,
tipicamente individuali, di autogenerazione della motivazione attraverso la passione per le sfide, il fascino dell’ignoto, la tolleranza
dell’incerto e dell’ambiguo, il divertimento per il caos, l’insopprimibile
ripugnanza per l’esistente e l’irrefrenabile voglia di cambiarlo.
Il desiderio di dare significato e dunque nuova strategia e
azione al disordine, accettando l’idea, che le nostre interpretazioni del
business hanno valore meramente operativo e non ideologico, che sono per loro natura provvisorie, approssimative e temporanee e che il nostro compito è di
affossarle non appena i nostri sensi avvertano i primi labili indizi, che la
realtà è mutata privando di fondatezza i nostri modelli e le nostre convinzioni.
Un esploratore che si addentra in territori sconosciuti,
questo è il Manager di successo, non dispone di mappe, eppure è pronto ad
andare avanti… sempre!
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